Meloni in Senato: “Iran diviso sulla tregua, situazione complessa. Caos non è generato da Trump”

“Ora si è nuovamente complicata la situazione" in quanto "da parte iraniana è stata violata la tregua. Israele potrebbe intervenire con una risposta che si spera commisurata. Dopo la violazione, l'Iran" ha tuttavia confermato la volontà della tregua e questo "si potrebbe leggere come una divisione nello scenario iraniano di cui tener conto". Dice la premier Giorgia Meloni nella sua replica al Senato sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Ieri è intervenuta alla Camera. Tensioni nel centrosinistra sulle risoluzioni da approvare.
Ok dal Senato alla risoluzione di maggioranza
L'Aula del Senato ha approvato, per alzata di mano, la risoluzione presentata dalla maggioranza di centrodestra dopo le comunicazioni della premier Giorgia Meloni. Ok dell'assemblea anche ad alcuni impegni del testo presentato da Azione, che ha accettato le riformulazioni del governo e ottenuto parere favorevole. Precluse le risoluzioni presentate dalle altre opposizioni.
M5S non cambia la risoluzione al Senato: “NOn escludere il gas russo”
La mozione presentata dal Movimento 5 Stelle al Senato sulle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo è la stessa che ieri ha creato una spaccatura alla Camera con Pd e Avs. Nel testo, infatti, i pentastellati chiedono al governo di impegnarsi "a interrompere immediatamente la fornitura di materiali d'armamento alle autorità governative ucraine" e a "intensificare gli sforzi a livello europeo per trovare una soluzione efficace alla questione del transito e approvvigionamento del gas che non escluda a priori e pro futuro una possibile collaborazione con la Russia, al fine di garantire il contenimento dei prezzi dell'energia elettrica e del gas naturale nonché la resilienza energetica dell'Unione europea". Su questi due punti del testo, alla Camera Pd e Avs hanno votato no.
Conte: “Sulla mozione M5S sul gas russo montatura ad arte”
Quanto accaduto ieri attorno alla risoluzione dei 5 stelle e, in particolare al riferimento di approvvigionamento di gas russo, "è stata costruita una montatura ad arte". Lo ha detto in collegamento dall'Aja con La7 il leader dei 5 stelle Giuseppe Conte ricordando che tale proposta "era già stata presentata a febbraio" e che quindi "o non l'hanno letta o hanno fatto finta di non averla letta". In premessa, ha fatto presente Conte, "si parla chiaramente di una prospettiva di raggiungimento di un accordo di pace duraturo, permanente, definitivo, della possibilità di riallacciare anche i rapporti commerciali. Lo dico agli italiani che ci ascoltano: è normale che se si arriva a questa prospettiva da tutti auspicata ci sia anche un'integrazione della Russia nella comunità internazionale? Sì. Si possono riallacciare rapporti commerciali? Sì. E allora di cosa stiamo parlando?".
Conte: “Il 2% l’ho ereditato. Non ho firmato nulla, basta falsità”
"Continuo a dire" che sul 2% per le spese di difesa "si ripetono falsità, un errore storico: io non ho mai firmato nessun 2%", ha ripetuto il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte in collegamento dall'Aja con L'aria che tira, su La7. Quel 2%, ha precisato, "è stato firmato nel 2014, quando io ero professore a Firenze e Meloni era in politica da tempo". Certo, ha aggiunto, "non ho mai messo in discussione il 2% però ho detto a Trump che non potevo affamare la mia popolazione" che c'erano "delle politiche sociali" cui mettere mano. Ed è per questo, ha ricordato, che "siamo passati all'1,2% e che per ogni miliardo messo sulla difesa ne ho messi 12 sulla sanità".
Al Senato sì del governo alla risoluzione di Azione ma con correzioni
Il governo ha espresso parere favorevole alla risoluzione di maggioranza presentata al Senato sulle comunicazioni della premier per il prossimo Consiglio europeo. Parere contrario, invece, alle quattro mozioni di altrettanti gruppi di opposizione (Pd, M5S, Avs e Italia viva) mentre ha dato l'ok a quella di Azione, ma solo ad alcuni impegni e chiedendo alcune riformulazioni per altri passaggi. Stesso copione che si è visto ieri alla Camera con correzioni chieste sull'Ucraina (per cancellare l'espressione "con ogni mezzo" dalla richiesta di Azione di "difenderne, con ogni mezzo, la libertà e la sovranità entro i confini riconosciuti dal diritto internazionale") e sulla Palestina, per limitare l'impegno all'obiettivo di 'due popoli e due Stati', eliminando quindi il riferimento all'Autorità nazionale palestinese che il documento di Azione indica come "unica rappresentante legittima del popolo palestinese e titolare della sovranità del futuro Stato".
Schlein a Meloni: “Passi avanti rispetto ai romani, l’Italia costruisca la pace”
"A Giorgia Meloni vorrei dire che rispetto a 2000 anni fa il mondo ha fatto dei passi in avanti nella risoluzione delle controversie – ha replicato la segretaria del Pd Elly Schlein alla premier sulla difesa ha detto di pensarla come i romani: 'Si vis pacem, para bellum- Preparare la guerra, come pensa lei, è il contrario di quello che serve e vuole l'Italia. Il nostro Paese deve impegnarsi per costruire la pace, per la risoluzione pacifica dei conflitti attraverso il dialogo e il multilateralismo. Tutto ciò che ci ha consentito di vivere senza guerra dalla caduta del nazifascismo. Io la penso come i Costituenti che nella Carta Costituzionale hanno scritto che "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Alla presidente del Consiglio dico, se vogliamo la pace, prepariamo la pace."
Calenda: “Condivido gran parte di quanto sostenuto dal governo”
"Sono contento del dibattito di oggi e devo dire che condivido larga parte di quello che ha detto il governo". Il leader di Azione Carlo Calenda comincia così il suo intervento nell'aula di Palazzo Madama dove si stanno svolgendo le dichiarazioni di voto per le 6 risoluzioni presentate dai gruppi dopo le Comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo. E, riferendosi alle varie dichiarazioni in cui si è fatto riferimento ad Alcide De Gasperi, ha osservato che "De Gasperi non avrebbe mai fatto alleanze con chi scrive quello che hanno scritto quelli del M5S nella loro risoluzione" a cominciare dalle critiche alla Nato e agli alleati. Calenda ha però riconosciuto che si è in "presenza per la prima volta di un presidente Usa che non riconosce l'Europa come alleato strategico". "Come europeo - ha dichiarato - mi sono vergognato per come Trump ha trattato i vertici dell'Unione europea. Non c'è memoria di un presidente Usa che abbia trattato così Macron o il primo ministro britannico. Non sono preoccupato per il ruolo dell'Italia ma dell'Europa". "Trump, con i suoi giganteschi conflitti di interessi, preferisce allearsi con Putin invece che con l'Europa. E Maga vuole la distruzione dell'Europa. Per questo dobbiamo arrivare ad avere una difesa indipendente", ha proseguito Calenda che ha poi assicurato che Azione voterà "a favore del riarmo anche se in Ue ci sono partiti che alla fine si esprimeranno contro" perché più vicini alla Russia che all'Europa. Il presidente di Azione si è quindi espresso a favore dell'"indipendenza dell'Europa che difenderemo dalle minacce esterne e dai sovranismi populisti". Il suo intervento è stato applaudito solo dai parlamentari del suo gruppo.
Renzi a Meloni: “Nazionalismo è quello del suo amico Trump”
“Vedo che la presidente, quando è in difficoltà, fa un evergreen cioè rispolvera nazionalismo contro globalizzazione" ma "la globalizzazione è quella cosa che serve alle aziende Made in Italy per essere forti nel mondo e creare posti di lavoro – ha risposto Matteo Renzi parlando al Senato dopo la replica di Giorgia Meloni – Il nazionalismo è quello del suo amico Trump che mette dazi e tariffe e prende soldi da queste operazioni. Lei è per il nazionalismo, noi per la globalizzazione".
Renzi: “Meloni si è avvalsa della facoltà di non rispondere”
"Gli scrannocrati erano quelli che occupavano un posto, senza dare dignità alla politica. Io non ritengo di esserlo e allora ho posto alla premier 4 domande. Ella si è avvalsa della facoltà di non rispondere", è intervenuto ancora il leader di Iv Matteo Renzi nel corso delle dichiarazioni di voto.
Meloni: “Conte? Non è mio modo fare. Io per Italia credibile”
"Mi fa ridere che coloro che dicono che non bisogna aumentare le spese in difesa dicono anche che non dobbiamo essere subalterni. L'Europa occidentale è stata subalterna agli americani perché abbiamo chiesto agli americani di occuparsi della sicurezza – ha detto la premier Giorgia Meloni in aula del Senato in replica alla discussione generale sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue – Voglio che l'Italia sia una nazione affidabile. Il presidente Conte sulle spese militari ha fatto marcia indietro ma "ha sottoscritto" l'impegno del 2% delle spese militari, "una firma è una firma". "Non è il mio modo di fare", ha osservato Meloni.
Meloni al M5S: “Vorrei essere Conte. Non tutti sono fortunati”
La premier in aula al Senato lancia una frecciata al M5S. "Io vorrei tanto essere Giuseppe Conte ma sono Giorgia Meloni nella vita non si è sempre fortunati".
Meloni: “Caos è crescente ma non è generato da Trump”
“Non sono d'accordo che il caos sia stato generato da Trump", ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Senato, "mi sembrano semplificazioni, vero è che c'è una situazione di crescente caos, ma non inizia oggi".
Meloni: “Non dico io se conto all'estero, lo faranno gli italiani”
“Sulle polemiche sul ruolo dell'Italia, se conta o no” all'estero, “io vedo una differenza abissale tra la realtà che percepisco io all'estero, quella che si legge sulla stampa internazionale e ciò che dicono le opposizioni – ha precisato la premier Giorgia Meloni – Io non considero politica estera quella fatta di foto opportunity e faccio molte più cose di quelle che condivido, perché penso che nel tentativo disperato di farsi vedere si possano fare errori. Non posso giudicare io se conto qualcosa, gli unici che possono giudicare sono gli italiani e quando arriverà il momento lo diranno".
Meloni: “Una difesa Ue parallela alla Nato sarebbe un errore”
“Sulla difesa europea lei diceva senatore Delrio che serve una difesa europea e non dei singoli Stati solo che il sistema di difesa occidentale è basato sulla Nato e non c'è un esercito Nato ma eserciti nazionali" che collaborano e "io voglio una colonna europea della Nato, ma penso che sarebbe un errore una difesa europea parallela alla Nato, sarebbe una inutile duplicazione. Poi bisogna collaborare di più a livello europeo e su questo sono d'accordo", ha detto ancora la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in replica dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo al Senato.
Meloni: “L’Ue si è indebolita da sola, non è colpa del nazionalismo”
La premier Giorgia Meloni continua nella sua replica in Senato: “Non credo che sia colpa del nazionalismo che vuole indebolire l'Europa, io penso che l'Europa si sia indebolita da sola grazie a chi pensava che fosse uno super stato burocratico che controllava qualsiasi cosa e che così facendo limitava la capacità di esprimersi. Questo ha allontanato i cittadini".
Meloni: “Sulla difesa la penso come i romani, 'si vis pacem, para bellum'”
"Sulla difesa, io la penso come i romani: si vis pacem, para bellum, quindi la difesa non per attaccare qualcuno – ha spiegato la premier Giorgia Meloni intervenendo al Senato – Anzi, piuttosto se si hanno sistemi di sicurezza e di difesa solidi si possono più facilmente evitare conflitti".
Meloni: “Se l’Iran rinunciasse al nucleare liberi da minaccia palese”
"Se l'Iran rinunciasse al programma militare a fini militari libererebbe la regione da una palese minaccia per Israele e non solo". A quel punto "mancherebbe solo il cessate il fuoco a Gaza e un percorso serio verso una soluzione due popoli due Stati – ha continuato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – L'Italia sta lavorando molto a questo obiettivo come si è visto anche dal comunicato dei leader del G7, non scontato, su proposta italiana. All'indomani di un cessate il fuoco a Gaza la proposta italiana è che si debbano coinvolgere gli attori arabi, noi crediamo che per la ricostruzione di Gaza si possa il più possibile partire dal piano dei paesi arabi".
Meloni: “Per Gaza partire dal piano di ricostruzione dei Paesi arabi”
“La proposta italiana” è che si debbano coinvolgere gli attori della regione araba, con il piano di ricostruzione di Gaza che è stato presentato. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nell'aula del Senato, dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, parlando della situazione in Medio Oriente e della necessità di allentare la pressione su Gaza.
Meloni: “Non ci sono italiani coinvolti nell’attacco in Qatar”
Nell'attacco iraniano in Qatar "non ci sono italiani coinvolti", fa sapere la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella sue replica al Senato sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.
Iran, Meloni: “Scenario complesso. Possibili divisioni in Iran, fiduciosi nella tregua”
"È il tempo di ragionare insieme. Lo scenario è complesso", dice la premier Giorgia Meloni replicando nell'aula del Senato dopo la discussione sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, parlando della situazione del conflitto tra Iran e Israele. "Il presidente americano Trump aveva annunciato" dopo gli attacchi dell'Iran sulle basi statunitensi "una tregua unilaterale che tutti quanti avevamo accolto con ottimismo. Lo scenario di questa mattina andava nella direzione che auspicavamo. Ora la situazione si è complicata. Israele potrebbe rispondere alla violazione della tregua" di Teheran "con una risposta, si spera, misurata", ha spiegato la premier. "Siamo ancora fiduciosi che si possa andare avanti con una tregua e che si possa tornare alle negoziazioni", ha osservato.

Meloni: “Non colgo le provocazioni, non è tempo da campagna elettorale”
È il momento della replica della premier Giorgia Meloni in aula al Senato : "Non risponderò alle provocazioni, ad alcune falsità che ho sentito, io sono una persona che non si è mai sottratta a un dibattito politico anche aspro, continuo a ritenere che avremo ancora molto tempo per i toni da campagna elettorale, ma sono anche convinta che non sia questo il tempo, ma che ci sia bisogno di ragionare il più possibile insieme, e voglio ringraziare alcuni interventi dell'opposizione che vanno in questa direzione, in uno scenario complesso".
Ronzulli (FI): “Da Renzi discorso da influencer”
“L'intervento del senatore Renzi mi impone una precisazione. Mi spiace che, come sempre accade, il senatore Renzi non sia qui in aula, perché appena finito di parlare va via. D'altra parte, è facile fare l'influencer, dire qualche frase da mettere sui social e poi andarsene – commenta Licia Ronzulli, intervenendo nell'aula del Senato – In ogni caso, va detto che mentre lui era abituato a prendere informazioni all'autogrill, questo governo fa tutto in modo legale, lecito, utilizzando il Parlamento e la commissione Copasir. Dopo tutte le bugie che ha appena finito di dire, consiglio perciò al senatore Renzi di andarsi a leggere la relazione del Copasir che è stata stilata e votata all'unanimità".
Senato, i banchi del governo al gran completo per l’intervento di Meloni
Banchi del governo al gran completo nell'Aula di Palazzo Madama in attesa dell'intervento della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo. Tanto che per la ministra delle Riforme Elisabetta Casellati hanno dovuto aggiungere una sedia nella fila dei sottosegretari che vede al centro Alfredo Mantovano. Accanto alla presidente del Consiglio ci sono i ministri degli Esteri Antonio Tajani e quello per gli affari Europei Tommaso Foti. Il responsabile del Mef Giancarlo Giorgetti è l'ultimo ad arrivare nell'emiciclo. Meloni durante gli interventi di Renzi e di altri esponenti dell'opposizione prende appunti e risponde solo alle critiche della senatrice Pirro (M5S) rivolgendole l'indice e dicendo "lo avete fatto voi" quando la parlamentare torna a parlare della condizione della donna in Italia e delle tasse anche sui pannolini. Un intervento quello della Pirro che sembra aver fatto irritare Meloni anche quando la pentastellata si riferisce alla figlia della premier ("Anche lei crescerà" e dovrà affrontare i problemi che devono affrontare in Italia giovani e donne). Al termine della dichiarazione della senatrice Meloni esce brevemente dall'Aula per poi rientrare. Attivissimo il senatore di FI Lotito che parla a lungo anche con Giorgetti ai banchi del governo.
Le quattro domande di Renzi a Meloni: “L’Italia non conta di più”
"C'è un concetto nel ragionamento della presidenza del Consiglio. Lo sintetizzo così: 'da quando ci sono io l'Italia conta di piu". Lo dice da tre anni, quindi è anche coerente, almeno su questo. Io non sono d'accordo", dice il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nella discussione generale al Senato sulle comunicazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo, in programma il 26 e il 27 giugno. Renzi rivolge quattro domande alla presidente del Consiglio. La prima: "Se davvero l'Italia conta di più perché la Germania del nuovo cancelliere Merz l'ha tolta dalla partnership strategica che aveva fino a quel momento e l'ha sostituita con la Polonia nel contratto di coalizione fra Cdu e Spd?". La seconda: "Se contiamo di più perché il 16 maggio lei non ha partecipato all'incontro a Tirana fra Uk, Germania, Francia, Polonia, in collegamento con Trump? Lei quel giorno, alle 18:30, chiamò i giornalisti e disse: 'Io non partecipo a riunioni in cui si parla di invio di truppe in Ucraina. Mezz'ora dopo Macron l'ha smentita e il giorno dopo lei è stata smentita anche da Tusk e da Merz. Lei ha mentito, presidente". Terza domanda: "Ci avete detto: 'Noi siamo il ponte con Trump'. Se è vero, perché non ci hanno informati dell'attacco all'Iran?". Quarta domanda: "Se davvero contiamo di più perché da sei mesi a questa parte si spiano i giornalisti?".

Al Senato Azione aggiorna mozione sulla Ue e cita la tregua
Al Senato il gruppo di Azione ha aggiornato all'attualità, con un breve passaggio sulla tregua annunciata tra Israele e Iran, la propria risoluzione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del prossimo Consiglio europeo. Per il resto il testo è identico a quello depositati ieri alla Camera, con 12 impegni chiesti al governo sulla crisi Iran-Israele , sull'Ucraina, sugli investimenti nella Difesa e i dazi americani. Unica novità è quindi una premessa in cui si ricorda che "dopo la reazione iraniana all'attacco americano, con il bombardamento di una base militare statunitense in Qatar, la scorsa notte è stato improvvisamente annunciato dal capo della Casa Bianca un cessate il fuoco, entrato in vigore alle ore 7:30 del mattino (ora di Teheran) del 24 giugno 2025; a distanza di poche ore non sono ancora chiari i termini né la solidità di questo accordo, pure ufficialmente accettato dalla Repubblica islamica dell'Iran". Secondo quanto si apprende gli altri gruppi - di maggioranza e di opposizione - hanno presentato la stessa mozione di ieri a Montecitorio.
Senato, al via discussione generale sulle comunicazioni di Meloni
Prende il via nell'aula del Senato la discussione generale sulle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo, che ieri sono state depositate a palazzo Madama in forma scritta. Il primo a prendere la parola è il senatore a vita Mario Monti. Seduti sugli scranni del governo, accanto alla premier Meloni, ci sono al momento i ministri Antonio Tajani (Esteri), Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento), Alessandra Locatelli (Disabilità), Paolo Zangrillo (Pubblica amministrazione), Tommaso Foti (Affari europei), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente), Roberto Calderoli (Autonomia), Orazio Schillaci (Salute), Anna Maria Bernini (Università).
Meloni arrivata al Senato accolta da La Russa
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata al Senato per le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo. La premier ha consegnato ieri a palazzo Madama il testo del discorso e questa mattina, dopo la discussione generale, interverrà in replica prima delle dichiarazioni di voto. Ad accogliere Meloni al suo arrivo al Senato è stato il presidente di palazzo Madama, Ignazio La Russa.
Leale con Washington e con la Ue: il doppio binario di Meloni
Domenica mattina, a Palazzo Chigi. Sul tavolo della riunione di governo finisce un documento che in quel momento disegna uno scenario da incubo: la chiusura dello stretto di Hormuz. Un terremoto geopolitico che – prima dell’annuncio del cessate il fuoco da parte di Trump – è stata così analizzata.
Il dibattito di ieri in aula alla Camera. Schlein: “La spesa militare toglie fondi alla sanità”
Giuseppe Provenzano cita Gramsci, Angelo Bonelli Craxi, Luigi Marattin Fonzie. Poi alle otto di sera, molto prima che Trump annunciasse il cessate il fuoco, in un’aula esausta, Elly Schlein si rivolge direttamente a Giorgia Meloni: «Dica chiaramente che l’Italia non si farà trascinare in guerra e che non consentirà l’uso delle basi sul territorio nazionale».
Meloni ieri alla Camera: “Uso delle basi solo se le Camere lo votano”
Giorgia Meloni viene informata dell’attacco iraniano contro le basi Usa intorno alle sette di sera, mentre parla nell’emiciclo di Montecitorio. Il cellulare trilla sul banco del governo. Il ministro della Difesa Guido Crosetto imbocca di fretta l’uscita: ci sono i vertici militari da sentire. La reazione di Teheran scombussola di nuovo lo scenario. Non può sapere ancora che poche ore dopo Trump annuncerà il cessate il fuoco. E così al tramonto, in Transatlantico, i contorni del discorso della premier, in vista dei summit Nato e Ue dei prossimi giorni, appaiono molto poco definitivi.
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